Il gruppo di Ancona studierà gli effetti esercitati sulla composizione delle uve da regolazioni del carico produttivo basate su diradamenti e defogliazioni. Particolare
enfasi verrà posta sulla defogliazione in pre-antesi, tecnica innovativa con ottime basi fisiologiche che sarà valutata anche dalle UO di Bologna, Palermo, Perugia e
Piacenza, e sul diradamento dei germogli, ivi compresi quelli fertili. Questa tecnica, accessoria alla potatura invernale, viene talora applicata a viti non equilibrate,
che emettono un numero di germogli ben superiore a quello delle gemme lasciate con la potatura. In tal modo i germogli vengono opportunamente distanziati, si
riduce la densità della chioma, ma ben poco si conosce dei successivi meccanismi di adattamento messi in atto dalle viti. L'asportazione di parte dei germogli
potrebbe infatti stimolare la crescita di quelli rimasti con intensità differenti in funzione del momento di esecuzione dell'intervento. In termini generali un intervento
precoce (effettuato 2-4 settimane prima della fioritura) dovrebbe stimolare la crescita dei germogli lasciati sulle viti più di un intervento tardivo, attuato alla fioritura
o all'allegagione, quando le riserve immagazzinate dalla vite nei suoi organi permanenti sono al minimo. Bisogna tuttavia tenere presente che, come nel caso della
sfogliatura precoce, il diradamento dei germogli può portare sia ad un calo della produzione per vite che a un miglioramento del microclima della chioma a livello
della fascia produttiva. Il progetto si prefigge pertanto di valutare, con i necessari approfondimenti fisiologici volti a verificare le strategie di reazione delle viti,
l'efficacia della defogliazione in pre-antesi e del diradamento dei germogli nel contenere la capacità produttiva e nel modificare la composizione delle uve di
Montepulciano e Sangiovese, vitigni a larga diffusione in Italia centrale.
In una prima prova, queste due tecniche innovative saranno messe a confronto con altre tre tesi costituite da un controllo che non prevede alcun intervento di
regolazione delle rese aggiuntivo alla potatura invernale, da una sfogliatura effettuata prima dell'invaiatura e da un diradamento dei grappoli in modo da separare
gli effetti attribuibili alle condizioni microambientali durante la fase di maturazione da quelli derivanti dalle modifiche del carico produttivo. Per il Sangiovese, i dati
agronomici e biochimici della defogliazione in pre-fioritura rispetto al controllo saranno integrati da indagini molecolari via microarrays e RT-PCR delle bacche
durante il loro sviluppo, in accordo con la UO di Verona e le alltre UO.
Nel caso di Montepulciano, le indagini saranno estese anche allo studio delle interazioni tra diradamento dei germogli e distanze di impianto sulla fila. Il
restringimento delle distanze rappresenta infatti un metodo per ridurre la produttività per vite senza migliorare la penetrazione della luce nella chioma. L'UO di
Ancona studierà gli effetti agronomici e fisiologici che il diradamento dei germogli effettuato in due epoche (2-3 settimane prima della fioritura e alla fioritura) può
esercitare su viti poste a diverse distanze sulla fila (0.5 m, 1.0 m e 1.5 m). Si otterranno variazioni di source-sink in momenti diversi della stagione che potranno
consentire di separare gli effetti esercitati sulla qualità dell'uva da quantità e qualità delle foglie da un lato e microclima della chioma dall'altro. Le viti saranno viti a 0,5 m a un massimo di 27 per le viti a 1,5 m. Ogni parcella sarà suddivise in 3 sottoparcelle di almeno 2 viti che verranno rispettivamente lasciate come
controllo (nessun diradamento dei germogli) o sottoposte a diradamento precoce o tardivo portando il numero dei germogli a 12 per metro di filare (43600
germogli/ha).
In entrambe le prove verranno eseguiti rilievi sul comportamento vegetativo (andamento stagionale della crescita della chioma, numero e lunghezza dei germogli,
ecc.) e produttivo delle viti (numero dei grappoli prima e dopo gli interventi in verde, peso e compattezza dei grappoli alla vendemmia), sulla composizione dell'uva
(solidi solubili, acidità titolabile, malico, tartarico, pH, azoto prontamente assimilabile, componenti minerali, antociani e polifenoli) e sulla risposta fisiologica delle
viti (fotosintesi netta, conduttanza stomatica e potenziale idrico fogliare). Analisi chimiche e sensoriali di vini ottenuti da vinificazione su piccola scala delle uve
provenienti da alcune parcelle completeranno lo studio.
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